martedì 23 ottobre 2007

Israele, i 'cristiani ' sionisti e gli ebrei iraniani

Inizio con questo articolo la collaborazione col sito "Civium Libertas". Avendo approfondito negli anni le problematiche del Medio Oriente, di Israele e del sionismo, conto di scrivere regolarmente su questi argomenti. Prenderò le mosse da articoli israeliani, riconducibili agli scribi della lobby ebraica negli Stati Uniti d'America o alla stampa occidentale, soprattutto quella anglosassone.

23/10/07. La stampa ‘libera’ d’Occidente cerca di convincerci ogni giorno che la Repubblica Islamica dell’Iran non vuole altro che dotarsi dell’arma nucleare per poter distruggere Israele e compiere un nuovo «Olocausto». Batti e ribatti, i Signori del Discorso stanno facendo un gioco sporco per preparare una nuova guerra americano-sionista in Medio Oriente: la guerra contro l’Iran. Dopo le menzogne diffuse per preparare l’opinione pubblica ad accettare la catastrofica invasione dell’Iraq, ecco che ci ritroviamo davanti gli stessi giornalisti, gli stessi giornali o networks televisivi che cercano di convincere i cittadini d’America e d’Europa, stanchi di guerre che servono solo gli interessi di Israele e infiammano le organizzazioni terroristiche, che sono sotto la minaccia missilistica dell’Iran. Un paese che ha le testate nucleari israeliane puntate contro, che è circondato dalle truppe e dalle basi americane in Iraq, Kuwait, Afghanistan ecc., che ha la flotta USA quasi nelle sue acque territoriali, che è a portata dei bombardieri strategici americani dell’isola di Diego Garcia, che viene definito stato canaglia o terrorista, definizione che costituisce la base ideologica ed il preludio ad un attacco americano (Iraq docet). In queste condizioni l’Iran si permette di ‘minacciare’ tutto l’Occidente o come dice Bush di prepararsi a scatenare la “Terza Guerra Mondiale”. Sarebbero dei pazzi. «Sono dei pazzi», dicono i Signori del Discorso e per questo vanno distrutti prima che riescano a costruire l’arma atomica. Una logica ineccepibile.

L’Iran non ha mai attaccato nessuno, non in questo secolo o quello appena trascorso, ma almeno negli ultimi cinquecento anni. Anzi è stato attaccato e vilmente da Saddam Hussein nel 1980, su istigazione americana e saudita. Per controllare il suo petrolio, gli americani e i britannici hanno prima rovesciato un suo governo legittimo (Mossadeq) nel 1952, poi gli hanno imposto la terribile, sfarzosa e dispendiosa monarchia di Reza Pahlavi, una dittatura che si reggeva sulla repressione micidiale della Savak.

L’Iran ha un programma nucleare, ma è pacifico ed è sotto il controllo dell’agenzia nucleare dell’ONU, l’AIEA, in quanto il paese aderisce al trattato di non proliferazione. Israele invece non ha mai aderito al programma di non proliferazione nucleare, si rifiuta di far parte dell’AIEA, non ha centrali per il nucleare civile, possiede tra le 200 e le 400 testate atomiche, ha i missili per spedirle su tutto il globo, ha sottomarini nucleari adatti a lanciare la cosiddetta seconda risposta in caso di attacco nucleare e distruzione del paese. E parla della necessità di fermare l’Iran. Come? Ma con un attacco da far fare agli statunitensi come è successo per l’Iraq. Recentemente un collaboratore di Dick Cheney che dirige il covo di neoconservatori sionisti ebrei responsabile della politica del ‘Clean Break’, del taglio netto col passato, ha lasciato il suo posto ed ha rivelato alla stampa che il Vice-Presidente nordamericano lavora ad un piano in due fasi per distruggere l’Iran. Prima Israele attacca la centrale nucleare di Busher (come in Irak nel 1981 quando attaccò Osirak), poi, dopo la risposta iraniana, intervengono gli Stati Uniti con tutta la loro potenza di fuoco, comprese, probabilmente le nuove armi nucleari, le cosiddette mini-nukes’.

Ma Israele è buono, Israele vuole la pace, Israele è minacciato. L’Iran invece vuole “cancellare lo stato ebraico dalla carta geografica”. L’Iran “nega l’«olocausto»” e quindi si dispone a farne uno vero.

La frase «cancellare Israele dalla carta geografica» non è mai stata pronunciata da Ahmadinejad, che invece ha detto che «il regime che occupa Gerusalemme, come il regime dello shah e come l’Unione Sovietica, finirà per scomparire dalle pagine del tempo». La falsificazione di cui è responsabile l’agenzia di informazioni ebraica Reuters, va avanti da tempo. Sarebbe come accusare Stalin, il quale spesso ripeteva che il capitalismo era destinato a scomparire dalla faccia della terra, di voler bruciare il mondo intero esclusa la Russia. Poi abbiamo visto chi allora attaccò chi.

In quanto alla pretesa «negazione dell’olocausto» di Ahmadinejad, limitiamoci a ribadire che il presidente iraniano continua a ripetere due semplici cose: che l’uso dell’olocausto per opprimere ed uccidere i palestinesi è inaccettabile, che questo uso criminale è reso possibile perché l’olocausto è stato trasformato in una religione, con la sua mitologia, i suoi dogmi che non possono essere contestati, a meno che non si voglia visitare le “civili e libere” galere del civile e libero Occidente.

Ben altra cosa quindi rispetto alle fandonie che ci propinano gli scribi dei Signori del Discorso.
Abbiamo già detto queste cose in altre occasioni. Oggi scriviamo per portare la prova delle menzogne sull’Iran.

Il giornale “USATODAY”, oggi pubblica un post molto interessante. Si può leggere a
http://www.usatoday.com/news/religion/2007-10-22-israel-iranian-jews_N.htm .
Vi si dice che i ‘cristiani’ evangelici, cioè questa razza strana anche definita ‘cristiani sionisti’, hanno costituito con Israele e la lobby ebraica nordamericana un gruppo ‘umanitario’ denominato The International Fellowship of Christians and Jews, alla cui testa hanno messo il rabbino Yechiel Eckstein. L’impegno ‘umanitario’ del gruppo si fa presto a spiegarlo: sostenere Israele che di sostegno umanitario sembra proprio avere bisogno. E noi che credevamo che avesse necessità di denari e armi! Come sostenere ‘umanitariamente’ Israele? È facile: convincere la comunità ebraica dell’Iran ad emigrare nello stato ebraico sulla terra dei palestinesi.

C’è quindi una comunità ebraica in Iran? Molti non lo sapevano. E pare addirittura che goda di “protezione legale”, che sia composta in maggioranza di gente “economicamente benestante”, che “non si sente minacciata”, che “la maggior parte degli iraniani sono accoglienti”. Pare che la comunità ebraica iraniana abbia addirittura un rappresentante in parlamento (apprendiamo che esiste addirittura un parlamento, molti non lo sapevano). Un rappresentante su 290, per una comunità di 25.000 persone; il che significa che numericamente non le spetterebbe nessun rappresentante ma che lo stato gliene accorda uno indipendentemente dal numero di voti che esprime. È quindi sovra-rappresentata.

Gli sforzi di Israele e dei suoi alleati ‘cristiani’ sionisti per far emigrare gli ebrei iraniani non hanno sortito finora risultati significativi. In un primo tempo l’organizzazione di Eckstein offriva 5.000 dollari ad ogni ebreo iraniano che avesse lasciato l’Iran per Israele. Ma i risultati sono stati talmente ridicoli che la somma è oggi stata raddoppiata, e inoltre c’è il contributo ancora più consistente che lo stato ebraico (in realtà si tratta di storno di fondi dei contribuenti statunitensi) offre graziosamente agli ebrei che ‘tornano’ in ‘patria’.

Il gruppo fin’ora è riuscito a portare in Israele 82 ebrei, in gran parte vecchi, attirati più dalla possibilità del guadagno e dalla speranza di godersi una pensione consistente, che dal richiamo della terra promessa.

Una riflessione finale: se Ahmadinejad vuole veramente realizzare un nuovo olocausto, perché non ha cominciato a sterminare gli ebrei dell’Iran? Forse perché costoro sarebbero talmente ‘scemi’ che vogliono restare nel loro paese malgrado le lusinghe, l’esca dei 10.000 dollari e le ‘minacce di sterminio’ del nuovo Hitler. Dovremmo evidentemente concludere che, a contatto con un popolo ‘primitivo’, anche il ‘popolo eletto’ è andato perdendo le sue prerogative e intelligenza superiori.

Una parolina a coloro che con Pannella, l’ADL e l’ambasciatore israeliano attaccano continuamente il cattolicesimo e il Papa. Costui si pronuncia contro la guerra, difende i palestinesi (poco è vero), resiste agli assalti della lobby ebraica nordamericana e difende pure i precari contro gli eccessi del liberismo; i ‘cristiani’ evangelisti statunitensi, sionistizzati ed ebraicizzati dal rigetto del Nuovo Testamento e dalla lettura letterale del Vecchio, sono per Israele, per la finale espulsione di tutti i palestinesi, per la guerra in Iraq, in Libano, in Siria, in Iran: sono per lo sterminio e la distruzione. Sono anche per l’imposizione al mondo del sistema di sfruttamento nordamericano.

La chiesa cattolica ha dei difetti e al suo interno si annidano molti peccatori. Ma, restando nel linguaggio religioso, i sionisti, Israele, il governo Bush e i ‘cristiani’ sionisti sono satana, il grande satana. Perché fare il loro gioco?

3 commenti:

Daniele Scalea ha detto...

Un benvenuto a Mauro Manno, gradita e preziosa aggiunta alla nostra redazione!

Antonio Caracciolo ha detto...

Mi associo.

Anonimo ha detto...

Articolo dedicato a chi considera i cristiani del medio oriente come una sorta di ostaggi dell'Islam.

http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=15078

helico