mercoledì 24 ottobre 2007

Gruppo di studio sul Mossad

Al nome Mossad si associa nella nostra mente una delle organizzazioni spionistiche capace di tutto: la nostra libertà è intrinsecamente minacciata da servizi segreti svincolata da ogni legge. È bene saperne qualcosa ed acquistare consapevolezza del pericolo. Prendendo spunto da un articolo di Maurizio Blondet, che è stato segnalato da un iscritto a Gruppo CL, viene qui aperta un'apposità sezione di studio. Ogni lettore che voglia segnalare altri links informativi sul Mossad non ha che da aggiungere un commento dando l'indirizzo del link e possibilmente un commento. Il links o se del caso l'intero articolo verrà aggiunto in questo post. Ringrazio la Effedieffe edizioni per l'autorizzazione accordata con lettera del 18 settembre 2007.

Antonio Caracciolo

* * *

Le Figaro: Sarko indagato come agente Mossad

di

Maurizio Blondet
Fonte
22/10/2007
Il presidente francese Nicolas Sarkozy

FRANCIA - «La polizia giudiziaria indaga su una e-mail inviata durante le presidenziali a cento alti responsabili della polizia - Afferma che Sarkozy è legato al Mossad». Così ha annunciato Le Figaro in un articolo apparso il 12 ottobre scorso. Che il giornale più importante ed ufficioso di Francia, per di più di centro-destra sarkoziano, abbia scelto di dare una simile notizia è già di per sé una bomba; ancor più se - come si evince dall'articolo stesso - tutto parte da una mail anonima, facilmente screditabile.

I fatti, come sono raccontati dal giornale. A fine marzo 2007 tutti i direttori di dipartimento della Pubblica Sicurezza (un centinaio di alti poliziotti) ricevono la e-mail. Anonima. Ma il tono del testo di due pagine e l'intestazione («Nota di sintesi», più il logo della DGSE, la Sicurezza Estera) fanno pensare ad una velina interna dei servizi segreti. Il titolo è ghiotto: «L'infiltration du Mossad dans l'UMP. Nicolas Sarkozy, le quatrième homme». Abbastanza da invitare alla lettura i super-agenti. L'UMP, Union pour un Mouvement Populaire, è il partito maggiore di Francia, quello di Sarko, centro-destra gaullista. Secondo l'anonimo, nel 1978 il governo di Menachem Begin avrebbe «ordinato di infiltrare il partito gaullista per farne un partner di Israele». L'operazione sarebbe stata montata da Rafael Eytan, il capo delle spie israeliane. «Tre cittadini francesi disposti a collaborare» sarebbero stati identificati inizialmente. E si fanno i nomi: Patrick Balkany, Patrick Devedjan e Pierre Lellouche. Sono tre personaggi molto noti dell'UMP.
E non sempre per motivi nobili.


Patrick Balkany, sindaco di Levallois-Perret (un sobborgo di lusso della capitale), nel 1997 fu accusato pubblicamente dalla sua amante di averla costretta ad una fellatio sotto la minaccia di una 357 Magnum. Poco dopo, Balkany viene condannato per un'accusa serissima: aver usato per i suoi servizi personali alcuni impiegati del comune. Si becca 15 mesi di detenzione (pena sospesa) e due anni di ineleggibilità; deve pagare 200 mila franchi di ammenda, e poi anche 523.897,96 euro come rimborso degli stipendi ricevuti dal comune.

Nonostante questo, appena liberato della ineleggibilità, si ripresenta nel 2002 e viene rieletto sindaco e deputato dal suo fedele elettorato etnico. Patrick Devedjian è il segretario generale dell'UMP, delegato da Sarko. Onnipresente nei talk-show televisivi, dove si è fatto una notorietà come insultatore degli avversari e anche dei compagni di partito. Pierre Lellouche è uno pezzo da novanta, deputato UMP, «noto per le sue posizioni favorevoli ad Israele e all'entrata della Turchia in Europa». Nel 2003 ha accusato su Le Monde la «sinistra moderata» di non essere abbastanza entusiasta della guerra all'Iraq, che proprio allora cominciava, e di macchiarsi perciò di «antisemitismo sotto la maschera dell'antisionismo».

L'anonima «nota di sintesi» designa Balkany come il capo della «cellula» Mossad, ed asserisce che è stato costui, nel 1983, a reclutare il «giovane e promettente Sarkozy come quarto uomo».


A cui si sarebbe aggiunta, negli anni '90, una quinta recluta: Manuel Aeschlimann, deputato di Asnière, uomo di Sarko. Secondo la «gola profonda elettronica», costui avrebbe l'incarico di «stabilire contatti con i responsabili iraniani in Francia». Un'accusa tanto più «perfida», commenta il Figaro, in quanto «la città di Asnière ospita effettivamente una forte comunità iraniana». Niente di vero, si affretta a dire Figaro. La mail è «balzana» (farfelue). Il logo della DGSE è uno «pseudo-logo». E da essa spira «un odore di manipolazione in piena regola, con sentori di estrema destra».
Eppure, c'è qualcosa in quel testo.


Patrick Devedjian

Due pagine di informazioni molto circostanziate, coi nomi giusti (Rafael Eytan è davvero il capo di operazioni molto speciali nel Mossad), con il tono di una informazione fin troppo precisa. Sicchè, «con imbarazzo, lo Stato Maggiore della Polizia ha dovuto riferire in alto luogo il contenuto» dello scritto. E la PJ, la Police Judiciaire, anziché cestinarlo, «ha avviato un'inchiesta». Beninteso, l'inchiesta non verte sulle accuse a quei personaggi così rispettabili (come Balkany, il corrotto con 357 Magnum), ma tende a identificare la gola profonda. Si è scoperto che «il messaggio è stato spedito da un internet cafè della Val d'Oise».
Ma «il corvo ha scelto bene il luogo da cui mandare le sue soffiate».

Nell'internet-cafè non si devono mostrare i documenti (in Italia sì), e in quello «non c'era video-sorveglianza». Inoltre, «nessuna impronta, nessuna traccia di DNA ha potuto essere reperita. L'analisi della macchina (computer) non ha dato risultati. E nemmeno l'analisi semantica del testo». Insomma una indagine senza dispendio di mezzi e di fatiche (persino la ricerca del DNA su un computer pubblico), un po' troppo e troppo affannosa per identificare un mitomane, un «farfelu».

Del resto è noto, e noi ne abbiamo dato notizia il 12 ottobre 2006 («Manovre di Sarkozy e dei suoi amici») che il DGSE ha il dente avvelenato con il nuovo presidente francese. Lo accusa di aver «rilassato le severe norme d'ammissione nei servizi francesi, consentendo che personaggi con discutibili connessioni straniere diventassero dipendenti del DGSE e del DST», la Direction de Surveillance du Territoire, i servizi interni. Le stesse fonti fecero filtrare allora che la candidata della sinistra, Segolène Royal, ed i suoi compagni di partito, erano intercettati e pedinati fisicamente dagli «agenti di Sarkozy nel DST e da agenti non ufficiali di altre organizzazioni, compresi servizi di intelligence stranieri [immaginate quali] che sostengono il programma anti-arabo di Sarkozy». Il che è proprio quello che farebbe la cellula del Mossad nell'UMP, se esistesse. Allora Pierre Brochand, il capo ufficiale della DGSE, prese in qualche modo le distanze. Riferì a Chirac che «le fughe di notizie non erano state autorizzate», e che tali notizie provenivano da una fonte interna ai servizi sauditi, e dovevano essere considerate «allo stato grezzo», ossia non analizzate.
Non una smentita, dunque.

Fatto è, sospira Le Figaro, che «l'inchiesta continua su richiesta della procura penale. A rischio di dare a questa vicenda un'importanza che non merita». Sicuramente non la merita. Però l'inchiesta non è finita con l'esame dell'internet-cafè di Val d'Oise. Continua, e su richiesta del procuratore generale.
Va' a capire.


Maurizio Blondet

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Si ringrazia la Effedieffe edizioni per l'autorizzazione accordata con lettera del 18 settembre 2007. Gli adattamenti a questo sito e l’editing aggiuntivo è nostro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupendo il Gruppo di Studio!
Avete accolto la mia critica...

Le vie del Mossad sono infinite!

Anonimo ha detto...

Telit = stetoscopio del Mossad